venerdì 6 febbraio 2015

Groviera


Diciamocelo pure, alcune delle strade e dei marciapiedi di Avezzano e dintorni non sono proprio un modello di eccellenza dal punto di vista urbanistico. Ci sono marciapiedi (anche nel centro città) che rappresentano un pericolo per chi li utilizza, talmente dissestati che camminandoci sopra hai la sensazione di essere sulle motagne russe a Mirabilandia; ci sono strade che spesso prima di percorrerle ti fai il segno della croce sperando che al tuo rientro la macchina abbia ancora tutte e quattro le ruote, come la circonfucense tanto per citarne una. Ma c'è una cosa che più di tutto mi colpisce nella mia città: l'abile capacità di trasformare un problema in un altro.

Ieri sono uscita di casa con la mia macchina, mi immetto sulla provinciale e per poco non ci rimetto la ruota anteriore destra, "capperi non mi ricordavo di quella buca!" (nota bene: "capperi" è solo un eufemismo usato per l'occorrenza). Vado avanti nel mio cammino verso la metropoli marsicana e mi rendo conto, proseguendo nel viaggio, che la pavimentazione stradale non appare proprio come me la ricordavo. Rotatorie nuove di zecca contornate da ordinati bordi in pietra in parte danneggiati, sembrano divelti a dirla tutta; poi percorro Piazza Cavour in direzione centro, passando per piazza Torlonia, giungendo infine a Piazza Risorgimento...non so voi, ma non mi ricordavo di dovermi cimentare in uno slalom professionistico per aver salvi gli assi anteriori e posteriori della mia auto. 

Insomma possibile che per spazzare due fiocchi di neve, i mezzi deputati a tale servizio abbiano dovuto danneggiare in questo modo le strade? Un copione che si ripete ogni anno: la città bianca si trasforma nella città groviera. Ora le cose sono due: o i mezzi spalaneve sono inadeguati o lo sono gli operatori, in entrambi i casi da membro di questa comunità mi piacerebbe che ci fosse più attenzione verso i beni della collettività: ogni anno vengono spesi soldi per "rattoppare". Credo che chi amministra e chi lavora per mantenere quei beni debba avere più responsabilità (e responsabilizzare)  e coscienza, ma questo forse è vero solo nel mondo ideale.

Tito Livio scriveva che "il bene comune è la grande catena che lega gli uomini nella società". Cerchiamo di non dimenticarlo nella grandi così come nelle piccole cose del quotidiano.

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